PROSSIMO EVENTO

PROSSIMO EVENTO

mercoledì 2 maggio 2012



 
 Foto esposizione SPRINCOLOR Castel Fidardo
" ALBERO ECOLOGIA DELL' ANIMA02"

COLORE E NATURA
testo a cura di ELISA LATINI.
Ed è dai colori, è partita quest’avventura.
Ho iniziato questo percorso in primo perché lo sentivo come una profonda riscoperta personale della natura intesa come intimo mezzo espressivo.
In secondo luogo, sono stata affascinata dal concetto, dalla definizione scientifica di colore; il colore  è luce, è un’onda luminosa che il nostro occhio interpreta come colore a seconda delle intensità ecc…
Dall’incontro con “Spring Color”  ho avuto lo stimolo a provare i pigmenti, le polveri “la materia pittorica”.
Ho cercato nelle definizioni scientifiche come il nostro occhio percepisce il colore, ho cercato anche nella storia come i pittori creavano i loro colori, ed ho iniziato un recupero della tradizione pittorica passando così dal mezzo digitale con cui catturo l’immagine alla tecnica pura.
Ecco perché utilizzo i pigmenti e perché vegetali e terre.                 
Ricerco nella storia il valore del sapere antico legato all’arte pittorica. Questo è il valore che rendono i miei lavori unici ed irripetibili.
Il mio è un lavoro che in un mondo dove tutto è devoto ormai alla riproducibilità e all’industria petrolchimica parla come OPERA D’ARTE VIVA.
Opera viva. Dal soggetto rappresentato al fondo, tutto si muove ed i colori come la mia poetica, tendono a nutrire in modo sottile e delicato chi la guarda.
Opera che non punta solo all’estetica dunque, ma anche attraverso la stimolazione sensoriale olfattiva e visiva, a una riscoperta intima della nostra natura umana andata perduta.                              
                                                                                                      
di Elisa LAtini


TESTO A CURA DI
SPRING COLOR TESTO TRATTO DA:
http://www.springcolor.it


Le pitture ecologiche, come tutte le finiture naturali,  prevedono la totale esclusione di materie prime di sintesi petrolchimica e l’uso di componenti di origine naturale o di “chimica dolce” che creino un “minimo minor impatto” per l’ambiente e la salute di chi li usa.
Sul mercato oggi sono presenti una serie di prodotti sedicenti "ecologici", con suffissi "eco", "bio", "naturale". La Spring Color non ritiene sufficiente la dicitura "zero VOC" (composti organici volatili) che indica una bassa percentuale di solventi, senza specificare quali e quindi senza distinguere tra componenti naturali atossiche e sostanze pericolose. Secondo noi le pitture e le vernici ecologiche non devono contenere traccia delle sostanze cancerogene presenti nelle vernici convenzionali (numerosi tipi di solventi, pigmenti, coadiuvanti e alcune cariche).
Per sapere di cosa parliamo bisogna anzitutto conoscere di cosa è fatta una miscela pittorica (pittura o vernice).
Gli elementi essenziali sono cinque: 
  1. COLLE (leganti)
  2. CARICHE
  3. PIGMENTI
  4. SOLVENTI
  5. COADIUVANTI

COLLE o LEGANTI:
Questo gruppo determina la specie e le caratteristiche principali di una pittura o di una vernice, che sono definite a seconda del legante principale contenuto in formulazione. Nei prodotti vernicianti attuali le colle sono rappresentate da resine polimeriche sintetiche aventi molecole complesse (resine acriliche, vinilversatati, alchidiche, epossidiche, silossaniche, siliconiche, ecc...). Lo svantaggio principale delle pitture con resine sintetiche è rappresentato dal fatto che la pellicola formatasi con il tempo tende a degradarsi manifestando fessurazioni, sollevamento e distacco a brandelli, rovinando l’estetica, compromettendo inoltre i supporti e producendo pericolose polveri che vengono respirate dagli occupanti dell’ambiente.
CARICHE: Le cariche sono materie rinforzanti dello strato pittorico, normalmente inerti e costituiscono fino al 60% della composizione della miscela pittorica. Le moderne vernici e pitture usano più o meno le stesse cariche di un tempo : carbonati di calcio amorfi e cristallini, talchi, mica, argille, gesso, polveri di marmo, quarziti, sabbia. Oggigiorno però esistono anche delle cariche “modificate” artificialmente con rivestimenti di sostanze sintetiche, cotture e “precipitazioni fisico-chimiche”.
PIGMENTI: I pigmenti sono le materie coloranti di una miscela pittorica. Senza di essi il prodotto sarebbe un vernice trasparente o neutra. Gli ossidi sono i pigmenti più rappresentativi (ossidi di ferro, zinco, titanio).
Essi posseggono livelli di saturazione di tinta molto alti, cioè normalmente dopo la seconda mano non avviene più incremento dell’intensità della tinta (come succedeva un tempo con le terre naturali).
L'industria chimica negli ultimi decenni ha proposto una serie di pigmenti organico-sintetici dai toni molto forti e accesi (aniline, ftali, irgaliti, ecc...).  Questa forte coprenza, ricercata in quanto facilita l’opera dell’applicatore, dà luogo però a valori di “sordità” e “piattezza” di colorito, criticati nell’edilizia del restauro da ricercatori, soprintendenti, progettisti e operatori.
SOLVENTI: I solventi e i diluenti della miscela pittorica e del legante sono materie prime essenzialmente volatili. Nelle pitture acriliche o viniliche o in quelle con resine amminoplastiche, con poliesteri o poliuretani, i solventi organici più usati sono Idrocarburi Alifatici ed Aromatici, Alcoli, Chetoni, Acetati e Glicoli : la loro caratteristica è un'alta volatilità. Nelle vernici i solventi più comuni sono il Toluene, lo Xilene e i Glicoli; negli inchiostri si usano in prevalenza i Chetoni ed infine nelle colle il N-Esano.
COADIUVANTI: I coadiuvanti sono componenti secondari che servono a stabilizzare meglio le miscele pittoriche. Esistono gli antischiuma che servono a mantenere l’impasto più omogeneo; i sospensivi e gli addensanti che lo fanno essere più compatto;  i coalescenti che integrano le funzionalità delle resine sintetiche; i tensioattivi che emulsionano le parti grasse con quelle acquose; i bagnanti e i disperdenti che inglobano meglio le polveri immesse; i conservanti e i protettivi del film secco che combattono le cariche batteriche; i ritardanti che permettono un’essiccazione omogenea del film pittorico; gli essiccanti che velocizzano l’indurimento degli oli e dei grassi; gli antibolle che preservano il prodotto da eventuali formazioni di piccoli crateri contenenti aria; inoltre i profumanti, gli idrorepellenti, i correttori di acidità...

lunedì 30 aprile 2012



Foto esposizione Spring color Castel Fidardo 20 Aprile 31 Maggio 2012

LA MATERIA
IN SENSO STRETTO 
di Elisa LAtini

I materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera son differenti per questo si definisce opera a tecnica mista.

Per quanto riguarda i colori utilizzati, sono pigmenti e smalti preparati dalla Spring Color azienda che produce colori naturali le belli arti e per l’edilizia.

Nelle mie opere in genere non solo quelle esposte sono presenti i seguenti colori:

Su tela (presenti in mostra) :
- Verde Nicosia
- Indaco
- Guado
- blu cobalto
- Giallo infuocato
- Giallo chiaro n° 324
- Robbia
- Arancio terra n°  316
- Ocra.

Su tavola (non presenti in mostra, in fase di ricerca)

-         Opaca col 70 T. OCRA DUNKEL
-         Opaca col 63 T. ROSSO VENETO
-         Vernice col 32 VERDE OSSIDO
-         Vernice col 41 BLU COBALTO
-         Vernice col 35 OCRA OSSIDO
-         Vernice col 42 GRIGIO OSSIDO.

Dalla materia prendono corpo le cose che nutrono l'anima tutto si crea dalla MATERIA, dai materiali.




sabato 28 aprile 2012




Foto esposizione Spring color Castel Fidardo 20 Aprile 31 Maggio 2012

ALBERO: 
Interconnessioni tra Natura, Uomo e Territorio (Jesi - Vallesina).

La mia opera mira a creare un ponte tra del'uomo e la Natura.

Infatti, sulla base di un’attento studio delle caratteristiche arboree, mi sono prefissata lo scopo di  creare una sorta di “foresta sacra” formata dagli alberi da me rappresentati e uniti in mostra a creare appunto una società arborea, quindi, foresta.

 Questa operazione vuol far emergere il legame forte tra la società Uomama e la Natura: ogni albero prima ancora che per una precisa rappresentazione arborea, si impone infatti, per le sue valenze simboliche; per un suo carattere strettamente connesso a quello dell’individuo che lo puo scegliere perchè, nell'opera vi si determina un' “alter ego” o se si vuole, un simbolo “araldico” dell'individuo che portandolo a casa se ne appropria.

L’arte rivela il proprio potere di trasfigurare la realtà, di creare legami inaspettati, o forse meglio, di palesare interconnessioni esistenti, ma inopinate.

venerdì 27 aprile 2012

Il grande noce tecnica mista su tavola 150cm X 150cm


Ad Elisa, ed a alla sua ultima fatica artistica, va un mio vecchio componimento poetico che per il mio sentire profano, equivale alla ricerca necessaria a qualsiasi artista per non replicarsi ma per riprodursi in altro modo, sempre.

Cerco
un tutto che mi avvolga
e che mi svolga,
che mi stringa
e che mi lasci
in un saluto,
in un eterno abbraccio
di mani nude
serrate e brune.
Vivo troppo spesso
una vita altrove
un po’ in ogni dove.
                                                                                                          Colomba Di Pasquale

mercoledì 25 aprile 2012

ALBERO ECOLOGIA DELL'ANIMA:  Quercia Staffolo tecnica mista su tela 120 cm X 8...

ALBERO ECOLOGIA DELL'ANIMA:  Quercia Staffolo tecnica mista su tela 120 cm X 8...:   Quercia Staffolo tecnica mista su tela 120 cm X 80 cm GLI ALBERI DI ELISA TESTO A CURA DI COLOMBA DI PASQUALE Al nocciolo ...
 Quercia Staffolo tecnica mista su tela 120 cm X 80 cm

GLI ALBERI DI ELISA
TESTO A CURA DI
COLOMBA DI PASQUALE

Al nocciolo delle cose, fino alla loro essenza, fino alla loro anima.
Il bosco rifugio e luogo di liberazione, visione dei rami dal basso, il cielo sempre a portata di occhio, filtra tra i rami più o meno vigorosi e gli aghi di luce apparentemente fredda di quel bianco in polvere medoun di cui spesso fa uso l’Artista.
E’ il mondo interiore, la visione del mondo esteriore di Elisa Latini che si rivelano dalla sua opera come tracce che lascia la bassa marea sul ventre di mare che lascia alle sue spalle.
Cosa lascia, sulla fradicia terra, la bassa marea? Non solo ciò che è visibile: le alghe nelle cangianti colorazioni, i sassi più o meno levigati, l’odore aspro del mare, il fresco che rapprende l’anima, i piedi che affondano, l’aria salmastra d’intorno che inebria.
Tutto questo, traslato nelle ambientazioni per nulla marine ma boscose, si rintraccia nell’opera di Elisa.
L’Artista parte dalle preparazioni del piano di lavoro (http://latinielisa.blogspot.it/): le emozioni e le sensazioni trascritte in calce all’opera generano l’albero che c’è in noi. Filtra la luce diafana che desta l’anima sopita nella materia: lì non muore ma vive.
Un’orma, una traccia di quel che sarà, il tratto graffiato, la linea decisa a definire tutto, a circoscrivere spazio e forme. Poi, la vaporosità del colore che mi ricordano le atmosfere di Pierre Bonnard, quel rapporto magico tra luce e figura, il ritmo vitale in breve.
Elisa, a chi la conosce nella sua produzione artistica, disvela un mondo di sola natura, di albero fiorito e infine fruttuoso.
Che siano gli alberi da frutto i suoi preferiti? Tutto ritorna. La semina di colori, più o meno nebulosi, mi riporta a qualcosa di generativo, di mutevole e di vitale al tempo stesso.
Alberi come pietre miliari che indicano confini esistenziali e spazi infiniti, sentieri e vie. Elisa, come Pollicino semina arte a dosi di natura nella naturalezza del suo esistere fatto di frammenti fotografici, di visioni reali e mistiche, di digitalizzazione della materia circostante. Il microcosmo ambientale assume a tratti dimensioni macro fino a rendere il dettaglio, universale.
La sua arte è quasi embrionale, quando dal nulla emerge un blu lapislazzulo o un grigio antracite, quasi a significare che può e deve emergere ad ogni costo, ad ogni modo radicare per germogliare nuovamente.

Che la sua seconda piantumazione primaverile di alberi sia foriera di altre rigogliose piantumazioni. Sarò sempre qui a percorrere i suoi boschi, ad annusare l’aria balsamica delle cortecce, ad incantarmi dei colori dei frutti e degli intrecci dei suoi misterici alberi.

Ad Elisa, ed a alla sua ultima fatica artistica, va un mio vecchio componimento poetico che per il mio sentire profano, equivale alla ricerca necessaria a qualsiasi artista per non replicarsi ma per riprodursi in altro modo, sempre.
Cerco/un tutto che mi avvolga/e che mi svolga,/che mi stringa/e che mi lasci/in un saluto,/in un eterno abbraccio/di mani nude/serrate e brune./Vivo troppo spesso/una vita altrove/ un po’ in ogni dove.
                                                                                                          Colomba Di Pasquale

martedì 24 aprile 2012


Faggio (Canfaito) tecnica mista su tela  80cm X 80cm

ALBERO ECOLOGIA DELL'ANIMA
TESTO CRITICO 
CURATO DA 
PIERLUIGI MORESSA



Le suggestioni presenti negli allestimenti compiuti da Elisa Latini per la mostra "Albero: ecologia dell'anima" rinviano a numerose radici culturali ed emotive.
Il primo termine che viene alla mente è desunto dalla lingua greca: "déndron", cioè "albero", ma non semplicemente nel senso di "aspetto arborescente". Nella parola greca risuona il prefisso di molti sostantivi dotati di interesse biologico e vegetale e allo stesso tempo si avverte il richiamo a una cultura: quella dei boschi sacri agli dèi, dei delubri: i templi allestiti per la purificazione, dei riti lustrali, che consentivano agli uomini, resi puri dalle acque, di accostarsi alla maestà degli dèi.
L'albero ci riporta, dunque, al tempo classico, e questo recupera le proprie ragioni nei primordi dell'uomo. Sappiamo che senza gli alberi e la loro funzione fotosintetica, che coinvolge luce, acqua e ossigeno (gli elementi di base della sussitenza) non esisterebbe la vita.
Ed è la clorofilla il pigmento efficace, che innesca le reazioni biochimiche proprie della foglia. Qui l'arte di Elisa Latini si rende protagonista di un recupero: dal pigmento, al colore, all'immagine interiorizzata, dematerializzata, resa pura idea e insieme istante di una folgorazione.
Dal disegno preparatorio all'immagine finale: il fotogramma di Elisa Latini esprime la conquista di uno spazio virtuale che avvicina l'interiorità dell'albero all'anima dell'uomo.

Ulteriori suggestioni sorgono dal percorso naturalistico impresso da Elisa ai luoghi della sua quotidianità: la val d'Esino, i boschi di faggi e di conifere nella Marca d'Ancona, ultime propagini d'infinito in vista di azzurre lontananze adriatiche. La poesia dei luoghi si rende poesia della forma, e questa diviene intimo sussulto dell'anima fissato definitivamente sulla tela, ma allo stesso tempo destinato a risuonare nello sguardo e nell'anima del fruitore.

In questo, albero e anima, ecologia della natura e della mente rinviano ad assonanze comuni. Le opere di Elisa Latini compiono questa sintesi e raggiungono vertici di appartenenza universali.
Direi che il suo stile non è estraneo a certa preziosità d'estremo Oriente, col richiamo incantato a una natura purificata, semplificata e proposta in modo ancora più intimo. Colgo anche segni grafici evocativi di un Giappone che fu impero del Sol Levante e ora è avanguardia dell'Occidente tecnologico,  le reminiscenze di una pace dell'anima che solo ad antichi riti e a profondità del pensiero possono appartenere.

Pierluigi Moressa